Cari genitori, oggi approfondiamo un tema affrontato già diverse volte: l’effetto di TikTok sulla mente dei vostri adolescenti.
Sono passati ormai diversi anni dalla comparsa di questo social media che ha conquistato la Generazione Z ( e proprio a questo scopo era stato creato!).
A distanza di così tanto tempo riusciamo, oggi, ad avere anche i risultati dei primi studi scientifici riguardanti gli effetti trasformativi a lungo termine derivanti dall’utilizzo compulsivo del social.
In passato, parlando di TikTok, ci siamo soffermati più che altro sui pericoli della rete e sulle regole da impostare in casa per limitare l’utilizzo del cellulare.
In questo articolo mi piacerebbe, invece, mettere in luce come è cambiato il cervello dell’adolescente che utilizza TikTok da anni.
Un piccolo aneddoto
Ieri ero in autobus, davanti a me sedeva un ragazzino. Entrambi eravamo nel posto vicino al finestrino, e quando lui (dopo 30 secondi di noia) ha preso il cellulare per ingannare il tempo, è stato facile per me vedere, riflesso sul vetro, cosa appariva sul suo cellulare.
Lo so, questo si chiama spiare e non si dovrebbe fare, ma da coach per adolescenti non ho potuto resistere a quell’occasione che mi permetteva di essere un osservatore esterno e nascosto.
Il ragazzino manteneva il cellulare con una sola mano, come fanno sempre, scorrendo i diversi contenuti solo con l’aiuto del pollice mentre faceva swipe up (“far scorrere sopra”).
In 15 secondi (non minuti, secondi!) gli occhi e la mente di quel ragazzo hanno assistito ai seguenti contenuti: acrobazie in snowboard, una donna in intimo rosso che ammiccava alla telecamera, stand up comedy, esibizioni canore, influencer che mostravano la loro vita e contenuti pseudo-erotici (tristissimi) che un ragazzino di 14 anni non dovrebbe vedere.
Vi rendete conto che, in soli 15 secondi, quel ragazzo ha assorbito una marea di informazioni e visto scene che uno della nostra generazione avrebbe visto in un mese?
La sensazione che ho provato è stata quella di profondo dispiacere e di senso di colpa. Era come se stessi assistendo a una scorrettezza nei confronti di un minore, senza però poter intervenire.
Mi sarebbe venuta voglia di chiamare quel ragazzo e dirgli “Ti chiedo scusa per quello che questo mondo ti sta offrendo, umiliandoti e trattandoti come un bidone della spazzatura in cui scaricare ogni rifiuto senza alcuna differenziazione”.
La cosa interessante è stata vedere che quel ragazzo era disinteressato a quasi tutti contenuti che ha incontrato facendo swipe up. Da una parte, questo mi ha rallegrata, perché poteva significare che un po’ di armatura se l’era costruita. Dall’altra mi ha fatto riflettere: poteva questo significare che niente lo emozionasse più?
Il fatto è che ormai non importa: quelle scene le aveva viste e non si poteva più tornare indietro.
Ricordare come eravamo prima dei social media può essere un buon esercizio
Vi ricordate quando, circa 30 anni fa, c’era un controllo rigido su ciò che potevamo guardare o non potevamo guardare in televisione?
Quando questo potente mezzo di comunicazione di massa, la TV, ha iniziato a diffondersi in tutte le case, sono comparse anche le leggi a tutela dei minori.
I famosi bollini, li ricordate? Verde, giallo e rosso: un metodo tanto semplice quanto efficace per fare in modo che tutti, adulti e bambini, potessero immediatamente capire se quel contenuto fosse per loro idoneo oppure no.
Oggi non esiste alcun tipo di controllo. I nostri ragazzi possono vedere omicidi, morti, pornografia, scene di razzismo sempre, in ogni dove e con un solo click.
Cerco di ravvivare un po’ i ricordi perché spesso mi rendo conto che siamo così immersi in questo cambiamento che neanche ricordiamo più com’era la vita prima dell’invasione dei social media.
Alcuni Paesi però si stanno già muovendo verso una direzione diversa: si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel!
Nel novembre 2024, il parlamento australiano ha approvato una legge pionieristica che vieta l’uso dei social media ai minori di 16 anni. Questa normativa, denominata Online Safety Amendment (Social Media Minimum Age) 2024, mira a proteggere la salute mentale e fisica dei giovani australiani durante le fasi critiche del loro sviluppo. Quando non si ha la fortuna di avere un governo lungimirante come quello australiano, dobbiamo essere noi genitori a tutelare le nostre famiglie e i nostri figli dalla sregolatezza di fenomeni così invasivi e pericolosi.
Quali cambiamenti strutturali ha portato TikTok nei nostri adolescenti
In realtà TikTok, in principio, ha stimolato la creatività dei nostri ragazzi invogliandoli a essere originali e a creare contenuti unici che mettessero in evidenza le loro doti. Era considerato la versione virtuale dei giochi che facevamo noi da piccoli con microfoni finti e radio antiquate.
Vi ricordate quando mettevamo in scena spettacoli da far vedere alla famiglia? Ecco: questo era TikTok all’inizio… un social di piccoli showman e showgirl.
La piattaforma però, dopo qualche tempo, ha iniziato a riempirsi di contenuti spazzatura. Oltre a questo, al fine di rendere i ragazzi dipendenti, ha cambiato le proprie regole imponendo a tutti di caricare video sempre più brevi e sempre più ricchi di diversivi.
Oggi i ragazzi non sono più i protagonisti del social, ma sono spettatori passivi
TikTok ha modificato la sua natura originale talmente tanto che oggi solo gli influencer e le aziende pubblicano. I profili della GenZ sono vuoti, perché secondo loro pubblicare non è più cool. Al limite postano qualche storia real time, ma non si espongono più, non ballano più, non cantano più. Non creano più. Oggi sono zombie che scorrono con il pollice i contenuti, assorbendo tutto (…e niente).
Il cervello degli adolescenti non funziona più come prima
La minaccia più grande di TikTok non è solo ciò che si consuma, ma come lo si consuma.
Si tratta di un social che sta cambiando l’atteggiamento nei confronti della vita e delle relazioni dei nostri adolescenti durante la fase di crescita più delicata e importante della loro vita. Il cervello dei ragazzi è diventato un motore di ricerca che sa velocemente cercare un’informazione e “sputarla fuori”, senza saperci fare un ragionamento complesso. Non viene più utilizzato come un prezioso e complesso sistema in cui memorizzare, contenere e custodire i fatti per poi elaborarli. I ragazzi sapranno dire e cercare un’informazione in meno di un secondo, ma non vi sapranno dire cosa contiene quella informazione nel dettaglio. Fateci caso!
Il cervello degli adolescenti non riesce più a concentrarsi
I neuroscienziati parlano della fine dello sviluppo dell’attenzione diretta. L’attenzione diretta è quella che i ragazzi utilizzano per concentrarsi in maniera prolungata su un’attività, e si sviluppa nella famosa corteccia pre-cerebrale, quella preposta al ragionamento razionale e che, negli adolescenti, non è ancora del tutto formata.
Avete notato che i ragazzi non sono più veramente attenti? Non è una questione di disinteresse ma di vera e propria lesione di una funzione cerebrale. TikTok offre un infinito scorrere di brevissimi video che scatenano veloci sensazioni: ciò abitua il cervello a concentrarsi poco e a stancarsi tutte le volte che qualcosa richiede più tempo.
La vita reale, però, scorre lentamente. Ogni traguardo, piccolo o grande, si conquista con il tempo: vincere una partita, imparare una lezione di storia, memorizzare una poesia, organizzare una festa… innamorarsi.
Vi ricordate quando studiavamo a memoria le poesie a scuola, o quando scrivevamo lunghissimi dettati? Il più grande effetto positivo di queste attività è stato quello di aver imparato ad aspettare, a ripetere, a correggerci e a migliorarci NEL TEMPO!
Se oggi i ragazzi possono fare tutto nel più breve tempo possibile: (montare un video, scrivere un testo -con ChatGPT-, fare una ricerca online, scattare e postare una foto)… come possiamo noi sperare che sviluppino la pazienza e il focus?
E qui entriamo in gioco noi genitori: il nostro compito è indurli a decellerare, introducendo nella loro vita attività che insegnino loro proprio a rallentare. Mi riferisco ad attività come dipingere, camminare, creare qualcosa da zero, suonare uno strumento, visitare un museo…
TikTok favorisce lo sviluppo di un cervello e di una personalità dipendente
TikTok è stato definito dagli studiosi come una macchina per la dopamina. Lo scorrere i contenuti veloci genera nei ragazzi una dipendenza dal ricevere in continuazione qualcosa di nuovo e di eccitante. La dopamina è l’ormone che il corpo produce quando sa che è in arrivo qualcosa di nuovo e bello, qualcosa che genererà un’emozione forte per quanto breve.
Ogni video che suscita una risata fa produrre dopamina, che crea dipendenza e che spinge i ragazzi a cercarne altri. Quando invece il contenuto è triste e angosciante, la piattaforma dà la possibilità di “skipparlo”, ossia di passare oltre in un nanosecondo.
Cosa sta insegnando questo ai nostri ragazzi? Insegna ad accettare tutto ciò che è eccitante, evitando la parte demotivante e ricercando di continuo nuovi stimoli positivi.
La vita però non è così: prevede grandi momenti di pausa, di crisi, di frustrazione, di noia, di sconforto e di tristezza. È tutto un processo fatto di alti e bassi, e TikTok sta eliminando la capacità dei nostri ragazzi di affrontare la vita.
Come diventerà questa generazione di adolescenti se non facciamo subito qualcosa
I nostri adolescenti diventeranno un esercito di impulsivi, superficiali e impazienti.
Che famiglie ci potremmo aspettare da persone così? Come sarà il mondo tra 100 anni, quando il ricambio generazionale sarà completato e non ci sarà più confronto con le generazioni vecchie, abituate al sacrificio, all’attesa, alla gratitudine?
La droga TikTok ha mostrato ai nostri figli una vita che non esiste: spento il telefono, ritornano a una realtà che, a confronto, sembra la cosa più noiosa al mondo.
Le misure prese dall’Australia servono proprio a fare in modo che, perlomeno fino a 16 anni, i ragazzi abbiano la possibilità di sperimentare cosa sia la vita vera, sperando che non se lo dimentichino più.
Abbiamo il dovere di difendere i nostri ragazzi da ciò che sta accadendo e di cui loro sono all’oscuro. Gli adolescenti di oggi, infatti, c’entrano poco con tutto questo disastro! Questa generazione è popolata da cervelli brillanti e persone aperte e sensibili alle tematiche sociali e ambientali: il problema è che qualcuno ha deciso di spegnerli, dando in pasto alle loro menti contenuti che li rendono “passivi, frustrati, dipendenti”. Si parla sempre di droghe: TikTok è stato generato per suscitare nei ragazzi gli stessi effetti.
Cosa possiamo fare per contrastare la problematica
Genitori, io vi sprono a non lasciare le cose al caso. Fate gruppo con i genitori degli amici dei vostri figli, unitevi e stabilite una modalità comune di educazione. Ricordate che l’unione fa la forza!
Se voi decidete che i vostri figli non devono usare il telefono dalle 17 alle 20, ma poi escono e tutti i loro compagni lo usano… il risultato sarà che si sentiranno disadattati e fuori dai giochi. Se invece, voi e i genitori di alcuni degli amici, decidete insieme che i ragazzi non devono utilizzare i cellulari una precisa fascia oraria… l’effetto sarà completamente diverso!
Una delle cose belle dei ragazzi è che sono malleabili e si possono condizionare. Se il vostro condizionamento sarà più forte di quello dei social media, allora vinceremo questa battaglia. Se invece lascerete il timone, allora la nave andrà sicuramente allo sbaraglio. Agire non è più un’opzione, ma una necessità impellente.
Tuo figlio o tua figlia sono dipendenti da TikTok e non sai cosa fare con loro?
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Nessuno ci insegna a essere genitori, ma noi abbiamo la possibilità di scegliere di formarci e informarci. Younite è qui per questo!