I genitori di ragazzi e ragazze che hanno dai 9 ai 18 anni sono ormai sempre più in difficoltà nell’affrontare il tema dell’utilizzo sano dello smartphone e della dipendenza da internet.
Le difficoltà che i genitori maggiormente riscontrano sono principalmente 2: dare e far rispettare alcune regole in casa e fuori casa e capire quand’è che i ragazzi stanno davvero esagerando e rischiano la dipendenza e quando no.
Oggi infatti i smartphone fanno parte della vita quotidiana, non sono più solo semplici dispositivi utilizzati per chiamare qualcuno e per rendersi reperibili. Non sono neanche più dispositivi utilizzati per svago ma sono strumenti con cui i nostri figli possono comunicare con i loro coetanei, restare aggiornati sulla vita sociale dei loro coetanei, studiare, consultare il registro elettronico, chiedere i compiti con tanto di foto degli appunti allegate, scrivere ad un professore e così via.
Per tale motivo il genitore non può più opporsi all’utilizzo dello smartphone, non può più vietarlo e basta perché un tale gesto potrebbe rischiare di far restare i ragazzi fuori “dal mondo” di cui fanno parte. E’ necessario invece agire in maniera più consapevole e seguire un’altra strada.
Come si fa a sapere se il proprio figlio è dipendente oppure no da internet?
Sin dal 2012 moltissimi osservatori e team di studiosi e ricercatori hanno iniziato a studiare il fenomeno della IAD, internet addiction disorder, ossia la dipendenza da internet. Pare proprio che questa sia una delle nuove malattie del nostro secolo che va ad affiancare quelle già conosciute come la depressione, i disturbi specifici dell’apprendimento e l’uso di sostanze stupefacenti. È proprio a quest’ultimo disturbo che più si avvicina la malattia da dipendenza da internet.
L’osservatorio nazionale italiano sull’adolescenza riporta che gli adolescenti tra i 13 e i 18 anni possono stare connessi a internet anche 6 ore al giorno mentre i più piccoli tra gli 11 e i 13 anni ne trascorrono in media 2 ore. Complici di questo uso smodato di internet che raggiunge il picco dai 13 anni sono sicuramente il minor controllo da parte dei genitori e della scuola.
Almeno il 56% dei ragazzi delle superiori, infatti, si sente autorizzato e per niente impaurito nel tirar fuori lo smartphone durante l’orario scolastico.
Ma come si fa quindi a stabilire se un figlio soffre di dipendenza da internet o se è a rischio di soffrirci? Il numero di ore trascorse sullo smartphone non è la sola discriminante.
Innanzitutto è necessario imparare a capire quali sono i primi segni di dipendenza e quali sono i ragazzi a maggiore rischio di dipendenza.
La dipendenza da internet (così come quella da cibi, droghe, sigarette ecc ecc) è una patologia che porterebbe a comportamenti cosiddetti coinvolgenti ossia in grado di trasformare la vita quotidiana di una persona.
Ogni attività della vita del ragazzo sembra influenzata dall’uso del telefono e dalla dipendenza dai social e da internet. Ecco che si verificano episodi come camminare con il cellulare in mano invece che tenerlo in borsa anche quando si è per strada, collegarsi ai social ogni volta che si hanno 2 secondi di pausa, andare in bagno con il cellulare, mangiare con il telefono, cercare di fare di tutto per non restare senza internet, passare da una stanza all’altra guardando lo schermo dello smartphone.
La dipendenza da internet ha colpito in minima parte un po’ tutti ma alcune tipologie caratteriali sono più a rischio di altre.
I ragazzi e le ragazze che ad esempio soffrono di bassa autostima e che già hanno difficoltà nell’avere una vita sociale attiva, sono quelli che maggiormente rischiano di essere vittime della dipendenza da internet.
Questo perché, per i ragazzi con queste caratteristiche, vivere nel mondo dei social alimenta allo stesso tempo la paura del confronto e anche la riduzione del rischio del confronto. I social sono la vetrina che incute timore e che riduce il desiderio di uscire lì fuori e confrontarsi e allo stesso tempo sono la zona di comfort in cui restare per evitare perennemente il confronto.
La cosiddetta FOMO e la conseguente nomofobia incrementano notevolmente la dipendenza
FOMO è l’acronimo di Fear of Missing Out che in italiano significa “paura di perdersi qualcosa” e che comporta la conseguente nomofobia termine che deriva dall’unione dei due vocaboli no mobile e fobia, ossia la paura di restare senza il telefono.
La dipendenza da cellulare deriva dal fatto che su quel cellulare non ci sono più, come una volta, solo i numeri di telefono degli amici da chiamare per uscire. In quel cellulare c’è un mondo velocissimo con aggiornamenti continui (ogni attimo) in cui i ragazzi riescono ad apprendere le notizie su chiunque nel mondo e a sapere tutto ciò che sta accadendo attimo per attimo.
In più gli algoritmi dei social sono stati studiati per popolare i social dei nostri ragazzi con le cose che a loro piacciono di più o che interessano maggiormente, quindi per i ragazzi restare sul cell significa anche restare aggiornati su ciò che succede nel mondo dei loro coetanei.
L’algoritmo è stato studiato per creare attaccamento, ad esempio se vostro figlio guarda spesso i profili di un determinato gruppetto di persone tra cui ci sono gli amici, i nemici, gli amori ecc ecc allora l’algoritmo per prima cosa mostrerà ai ragazzi le notizie riguardanti quelle persone è tutto ciò che le riguarda.
Non avere il cellulare diventa quindi motivo di ansia perché si ha l’impressione che il mondo stia facendo qualcosa e che tu ne sia rimasto fuori.
La dipendenza da cellulare prende quindi le mosse da questa paura di “restarne fuori” di “sentirsi esclusi” . E’ fondamentale che i genitori la conoscano e che sappiano riconoscerla quando si manifesta nei propri figli.
Il problema della gestione della noia è un’altro grande alleato della dipendenza
La dipendenza da cellulare e da internet è inoltre alimentato dalla incapacità dei ragazzi di gestire la noia. I genitori spesso fanno fatica a comprendere questa problematica perché fin da bambini hanno vissuto in un mondo “lento” in cui, più che ricevere stimoli dall’esterno, erano loro stessi a crearsi gli stimoli, a inventare giochi, a desiderare di stare all’aria aperta per divertirsi.
Gli adolescenti di oggi invece sono cresciuti in un mondo “veloce” dove gli stimoli sono diventati tantissimi, ricevono tutti i giorni una gran quantità di informazioni in ogni formato multimediale esistente: video, foto, canzoni, articoli, video games.
Tutto ciò li ha resi da un lato molto aggiornati, informati e sempre partecipi di ciò che accade nel mondo ma dall’altro lato ha contribuito a disincentivare la capacità di gestire i momenti di noia e a creare loro stessi gli stimoli per potersi divertire o stare bene anche con poco.
Cosa può fare quindi un genitore per allentare questa dipendenza da internet e da cellulare?
Un genitore deve innanzitutto smettere di pensare che il cellulare in sé sia il problema e iniziare ad agire sulle cause del problema.
1) Che esempio hanno i ragazzi?
Un genitore che è sempre al telefono, che continua a chattare anche un minuto prima di andare a dormire, che risponde ai messaggi durante l’ora di pranzo, che si porta il cellulare in bagno non può pretendere che i figli facciano diversamente. Anche se gli adolescenti sembrano essere indifferenti ai genitori e a ciò che succede in casa, in realtà loro sono abilissimi osservatori che continuano ad assorbire come spugne comportamenti positivi e comportamenti negativi.
2) il genitore deve lavorare sulla propria consapevolezza
E’ necessario sviluppare consapevolezza sul fatto che il cellulare non è più solo uno strumento per chiamare ma è parte della vita “sociale” dei ragazzi. Bisogna smettere di colpevolizzare i ragazzi e piuttosto capire che essendo cresciuti in un’epoca del genere è facile che essi sviluppino dipendenza, insicurezze e altri disagi legati a questo modo di vivere.
Alla luce di tutte queste informazioni il genitore può iniziare ad analizzare il proprio figlio e a capire quando il suo “stare al telefono” sia sintomo di insicurezze, paure, chiusura in se stesso o sia semplicemente un modo per passare il tempo.
3) Fare patti chiari e sapere quando e come imporre delle regole
E’ fondamentale che i genitori mettano delle regole e sappiano come poi comunicare queste regole ai ragazzi senza entrare in conflitto con loro, senza sembrare “obsoleti” ai loro occhi e senza privarli del diritto di coltivare anche questa parte della loro socialità.
Piuttosto che proibire il telefono o le app sarebbe importante mettere dei paletti all’utilizzo del telefono e di internet e anche lavorare sulla consapevolezza dei propri figli creando nella loro vita occasioni per apprezzare la socialità, la natura, lo sport, i momenti familiari. Senza giudicarli di continuo ma piuttosto aiutandoli a gestire la noia e la difficoltà che sentono nel momento in cui non riescono a tirare fuori la creatività e l’entusiasmo necessari per creare alternative al mondo virtuale.
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Nan Coosemans
Family Coach, Youth therapist fondatrice di Younite