Riflessione …….Conosci la storia del cane che è stato ucciso perché ha morso una bambina?…
Mio figlio ha una classe molto vivace, poco ordine…un casino insomma.
I professori stanno facendo del loro meglio da due anni per poterli gestire.
La classe ormai ha avuto l’etichetta della “classe difficile”. Per questo motivo hanno deciso di non mandarli in gita, non possono uscire di classe dalle 8.00 alle 13.00, trascorrono la ricreazione in classe, etc.
A questo punto mi sono fatta qualche domanda.
Per prima cosa, come genitore, mi sono chiesta: MIO figlio come si comporta in questo caos o è proprio il leader del caos?
Mio figlio non è uno che fa male agli altri, almeno non senza ragione, ma vive il suo periodo di adolescenza dove l’insicurezza a volta lo porta a seguire gli altri e fare festa quando c’è occasione, ed esprimere il suo lato giocoso…maschile…quello che tutti i maschi hanno bisogno di sviluppare!
Oggi, ascoltando le prof.ssa affermare frasi come queste: “Eh cosa devo dire, questa classe è cosi!” (come se non ci fosse più speranza). Mi confrontavo con una mamma sui voti che proprio la stessa prof.ssa dà e, vi assicuro: sono belli sfidanti. I ragazzi che in quella classe vanno oltre il 6 sono pochissimi e credo che sia una cosa positiva per stimolarli a lavorare di più.
Mi giro da una mamma dietro di me e dico: tuo figlio come sta andando? Si trova in difficoltà?
Lei mi risponde: no no, mio figlio va benissimo, una domanda: lei è la mamma di …?
Io rispondo si…
E mi dice: stavo aspettando le scuse da parte tua…perché due settimane fa tuo figlio ha dato una botta in testa con un quaderno al mio.
Io: si ha ragione scusami, mi ero dimenticata di chiamarla anche perché so che l’hanno risolto in classe insieme ai professori.
Lei: comunque doveva chiamarmi perché è inaccettabile.
Io: ok signora…mi dispiace e ha ragione. Non va bene fare una cosa del genere ma so che hanno avuto un conflitto tra di loro ed è stato risolto. Lei è al corrente del perché si è creato questo conflitto, giusto?
In quel momento si è alzata, e ha detto “AH ADESSO E’ COLPA DI MIO FIGLIO?” e si arrabbia.
Da li si è alzata, ho provato a dirle: ma dobbiamo comunicare cosi? Etc. ma nulla, non c’è stato modo di avere un confronto costruttivo.
Questo mi ha fatto riflettere, è come la storia del cane…un cane morde una bambina e, alla fine, viene ucciso…perché? Perché la bambina ha messo le pinze nell’orecchio del cane ma lo hanno visto solo quando era già morto.
Interessante questa riflessione e attenzione. Sia chiaro: non sono assolutamente d’accordo con il comportamento di mio figlio. Allo stesso tempo mi chiedo: se NOI genitori non diamo spazio alla comunicazione e guardiamo solo il cane che ha morso la bambina e non quello che ha fatto la bambina…dove stiamo andando?
Possiamo dire che i genitori di oggi non lasciano spazio ai propri figli per far “fare esperienza”?
Ci siamo dimenticati che i figli maschi hanno bisogno di essere maschi, si difendono in un certo modo (sarebbe preferibilmente meglio senza violenza).
Ci siamo dimenticate che le femmine sono in un certo modo, hanno le loro emozioni da esprimere e che non è cambiato tanto da 40 anni fa?
Da dove viene questo approccio esageratamente protettivo nei confronti dei figli di oggi?
E soprattutto…sai quanto è dannoso per tuo figlio?
Pensando che i nostri figli siano perfetti, quella frase “mio figlio non è cosi” “mio figlio non farebbe mai una cosa del genere” etc…stiamo facendo un danno enorme…
Ma stiamo scherzando? Solo perché alcuni ragazzi fanno vedere alcune azioni e non le fanno “alle spalle”, vuol dire che loro sono quelli sbagliati? Potresti farti anche domandarti se tuo figlio è davvero cosi “bravo” da raccontarti tutte le sue versioni… magari non lo è?
Svegliatevi mamme! So che “suona duro” ma tuo figlio ha bisogno di crescere, di essere indipendente e di risolvere le cose da solo. Tieni la tua ansia per te, guarda te stessa dentro perché se vivi così perdi tanta energia che potresti dare in modo positivo e limiti la vita di tuo figlio perché, proteggendolo troppo, non impara a difendersi e a crescere.
Fino a dove vuoi avere il controllo? Solo perché tu hai paura che lui/lei si faccia male?
Essere un punto di ascolto assolutamente si, ma senza seguirlo ovunque, controllare ogni passo che fa o addirittura prendere parte in certe cose che succedono a scuola. Tu non ci sei a scuola e non conosci le dinamiche esatte degli eventi.
E attenzione, non sto dicendo che le cose gravi che succedono non devono essere discusse.
In quel caso c’entra un pezzo di educazione famigliare…

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