Maxi risse e sfoghi emozionali. Cosa sta succedendo agli adolescenti

Maxi rissa
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Le maxi risse esistono in Italia da un bel po’ solo che adesso i numeri stanno aumentando

Le maxi risse hanno inizio sullo smartphone tramite whatsapp con incomprensioni e litigi (cyber bullismo) e che poi finisce su tellonym (un’app che assicura l’anonimato di chi invia alcuni messaggi sottoforma di domande) è su questo social che si mettono d’accordo per decidere su quale piazza incontrarsi. Poi non finisce lì, perché durante gli incontri mandano il video in diretta per “fare più spettacolo”.

L’ultimo di questi combattimenti c’è stato proprio pochi giorni fa a Varese dove i ragazzi si sono scontrati con borse piene di mazze, bastoni e altri oggetti atti a ferire.

Maxirissa

Come mai oggi i numeri di questie maxirisse si sono alzati? E cosa possiamo fare come genitori? E’ colpa di questo periodo di pandemia?

Forse si, quello che ho personalmente vissuto durante i campi estivi Younite nell’estate 2020 è che tra i ragazzi c’era molta più aggressività, più voglia di ricercare affetto e voglia di “sfogarsi”.

Oggi come oggi siamo da quasi un anno in questa situazione, la quarantena è iniziata a marzo/ aprile 2020 e ci ha fatto vivere un’esperienza nuova anche per i ragazzi che hanno cercato di esprimersi in modi diversi.  Uno di questi modi è stato proprio quello di attaccarsi morbosamente (dipendenza da internet) a cellulari e social perché quel mondo rappresentava in quel momento la loro unica realtà.

Una volta usciti hanno “vissuto” ma non hanno potuto sfogare del tutto il loro stato emotivo e l’aggressività è cresciuta ancora di più. Anche l’assenza di attività sportiva, la mancanza di socialità e la continua speranza creata dal Dpcm (e poi sempre disillusa) hanno creato dei disagi molto forti.

In più non dobbiamo dimenticarci che l’appartenenza è un bisogno umano molto forte e importante soprattutto negli adolescenti. Quindi per loro “non sentirsi esclusi” oggi vuol dire “andare in piazza insieme contro qualunque regola”.

Una domanda importante che noi adulti dobbiamo farci è: che esempio abbiamo dato e stiamo dando noi in questo periodo, andare contro le regole, incendiare le auto, rompere vetri delle auto dei medici nel parcheggio dell’ospedale, fare danni gravi per le strade dopo aver ricevuto un dpcm con cui non eravamo d’accordo?

Questi non erano giovani, erano adulti, forse genitori chissà. Siamo contro una decisione, ci siamo stancati quindi andiamo a rompere le cose? Andiamo contro la polizia? Che esempio diamo?

Non è sempre e solo dei giovani la colpa e non voglio nemmeno affermare che la pandemia sia la causa di tutto questo al 100% , ciò che posso dire però è che questo periodo di chiusura in casa ha creato ai ragazzi un disagio psicologico molto grande.

Per lo sviluppo del loro cervello e per soddisfare la voglia di scoprire, di sfogarsi e di creare la loro identità è molto importante, per loro, poter avere lo spazio per farlo e avere un ambiente sicuro per sentirsi a loro agio.

Oggi come genitore cosa puoi fare?

Chiedi a te stessa/o:

  • Mio figlio riesce esprimersi abbastanza? Riesce a sfogare abbastanza le sue emozioni?
  • Se tuo figlio si trova in questi gruppi riesci parlare con lui o lei senza giudicare e trovare insieme una soluzione?
  • Che esempio stai dando oggi nella tua comunicazione?
  • Fate movimento? (anche in casa?)
  • Riesci a creare dei momenti di qualità insieme, anche se state in casa insieme?
  • Hai un’idea di cosa stia facendo online, e quante ore stia al telefono? Dimostri interesse, senza giudicare, rispetto a cosa guarda?
  • Riesci parlare su come si sente riguardo alla pandemia?

E ricordati, non possiamo controllare ogni passo che fanno i nostri figli ma se loro vivono dei disagi hanno spesso un modo negativo ed esagerato per esprimerli e comunicarli.

Che tipo di rapporto hai con tuo figlio oggi?

In caso tu faccia fatica a capirlo, clicca qui per scaricare il video corso: “Cosa non fare con tuo figlio adolescente”

Nan Coosemans,
Family Coach, Youth Therapist, fondatrice di Younite

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