Bullismo: che cos’è e come l’ho vissuto in prima persona.

Bullo che cose'è
Picture of Samira Patracchini

Nella vita di tutti i giorni, vediamo ragazzi e ragazze vivere tra scuola, amici, sport e diversi luoghi e gruppi di pari, dove socializzano ed entrano sempre di più nel mondo degli adolescenti.

Questa immagine, vista dall’occhio di un adulto, come ad esempio un genitore o un insegnante, può sembrare innocua e normale, ma se si guardasse e ascoltasse tutto in modo più attento, si vedrebbe molto di più di quello che ci si possa immaginare.

Ci sono mille segreti che si nascondo ai genitori come i primi baci o qualche marinata della scuola, molte volte però si nascondono anche cose spiacevoli, come ad esempio lo stare subendo atti di bullismo. 

Questa è una parola sentita e risentita, che esiste sfortunatamente da anni e negli ultimi tempi le cose stanno diventando anche più difficili da comprendere. 

Infatti, con il fatto che esistono i social, il bullismo ha assunto nuove dimensioni diventando “virtuale” e venendo così definito cyber bullismo

Il bullismo sui social si è diffuso ancora di più di quello dal vivo in quanto i bulli, o cosiddetti “leoni da tastiera”, trovano più semplice insultare da dietro uno schermo senza farsi vedere.

Più in generale, il bullismo è un atto di violenza, fisica o verbale, che viene fatta da una persona nei confronti di un’altra per sminuirla nelle sue diversità o difficoltà. 

Comunemente lo associamo a prese in giro, atti violenti e insulti fatti da un bullo, nei confronti di una vittima più debole, creando così il luogo comune del bullo “cattivo” e il bullizzato come “vittima”.

Se si osserva attentamente la storia dei protagonisti, vediamo che la maggior parte delle volte, il bullo si ritrova in una situazione personale o familiare difficile che lo porta a provare emozioni che non riesce ad esperire o elaborare. 

Questo porta il ragazzo o ragazza a trovarsi davanti a due strade: la prima è far vedere la propria debolezza con il rischio di isolamento ed esclusione dal gruppo, la seconda è indossare una maschera facendosi vedere più forte agli occhi degli altri e sfogando le sue emozioni su altre persone che secondo lui/lei sono più deboli.

La seconda strada, come sappiamo porta al vero e proprio bullismo.

 Trovarsi in una situazione di bullismo, parlano anche per esperienza personale, non è facile. 

Quando ero alle medie, per tutti gli anni ho sempre avuto a che fare con persone che mi davano fastidio dicendomi che non andavo bene per com’ero, mi vestivo da sfigata, ridevano delle cose che dicevo, delle mie amiche e a volte sono successe situazioni dove sono addirittura stata bloccata in bagno da una ragazzina per nessun motivo apparente.

Questo ha creato in me molte insicurezze legate a me come persona e al mio fisico portandomi a cambiare i miei modi e il mio stile per piacere agli altri, in modo che mi sentissi socialmente accettata e così facendo non ci sarebbe stato più nessuno che mi guardava sorridendo e io mi confondevo tra la folla di gente, tutta uguale.

Queste credenze si sono radicate dentro di me e so che, sfortunatamente, è quello che è successo anche a tante altre ragazze e ragazzi.

Dopo questi anni e dopo aver conosciuto persone che mi trattavano per quella che ero, sono riuscita a darmi un valore e ad apprezzarmi per quella che ero, senza dar peso ai giudizi altrui.

Quello che io vorrei fare, grazie a Younite, è portare sempre di più alla luce i danni provocati dal bullismo e dare la possibilità di essere ascoltato/a a chi ne ha bisogno o si ritrova in uno dei ruoli del bullismo: il bullo o la vittima. 


Picture of Samira Patracchini

Samira Patracchini

Cosa non fare con un figlio adolescente

Video Corso Gratuito

Cosa troverai in questo video corso?

Tutto completamente GRATIS!

Scopri gli errori assolutamente da NON fare con un adolescente

Compila il FORM per ricevere il video corso Gratuito via mail:

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi consigli utili per guidare al meglio i tuoi ragazzi!

Torna in alto

Workshop per diventare un genitore consapevole